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Crisi e crollo del potere d’acquisto per i pensionati e i lavoratori in cassa integrazione, l’allarme Cgil e Codacons
Se in Italia la maggioranza dei pensionati ormai non arriva a fine mese un motivo ci sarà. Il motivo è strettamente legato al fatto che da oltre un decennio la rivalutazione delle pensioni non è allineata al costo reale della vita. E così, negli ultimi quindici anni, in Italia il potere d’acquisto dei pensionati è crollato del 35%.
Questo è quanto, tra l’altro, ha messo in evidenza Carlo Rienzi, il Presidente del Codacons, nel commentare l’ultimo studio che è diffuso in ordine di tempo dalla Cgil in materia di pensioni. Nell’arrivare a questa situazione insostenibile un contributo alla caduta del potere d’acquisto delle pensioni è stato fornito putroppo dall’elevata pressione fiscale che c’è in Italia da tanto, troppo tempo.
Una pressione fiscale che, sempre secondo il Codacons, deve essere alleggerita in modo da riportarla sulla media europea. Perdono potere d’acquisto i pensionati, quindi, ma la situazione non è rosea neanche per i lavoratori in cassa integrazione guadagni che, dall’inizio dell’anno, sono ben 320 mila in accordo con quanto è stato reso noto con un Rapporto proprio dal Sindacato della Cgil.
Sono lavoratori che hanno subito una decurtazione del salario per complessivi 417 milioni di euro circa che corrispondono a ben 1.300 euro in meno in busta paga per ogni singolo lavoratore. Per la precisione, sono 323.471 i lavoratori in CIG considerando il primo bimestre del 2015. Di questi 91.774 sono in cassa integrazione guadagni ordinaria, 203.556 in cassa integrazione straordinaria e 28.141 in cassa integrazione in deroga.
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